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STORIE DI GATTARI E GATTARE
REPORTAGE SULLE VITE DI COLORO CHE SALVANO VITE
Foto disponibili con licenza Right Managed. Invia una richiesta per avere maggiori informazioni.
Il cagnolino che abitava in gattile.
Ti ho notato a malapena, mentre vagavo per il rifugio di Malamocco fotografando i cuccioli in cerca di adozione. Te ne stavi in un angolo, sembrava che cercassi un po’ di calore nella fredda luce che entrava timida dalla finestra, di un opaco sole invernale. Qual è la tua storia cagnolino di peluche? Quante famiglie hai conosciuto prima di arrivare qui? Quanti bambini hai reso felici e quanti di loro ti hanno ormai dimenticato?
Chissà se qualcuno di loro ti ha portato in gattile con l’intento di donare un po’ di gioia a dei cuccioli. Chissà se invece ti hanno raccolto per strada vicino a qualche cassonetto, abbandonato da chi, per qualche istante, ti aveva amato.
Ti ho notato a malapena, sorridevi nella tua solitudine, forse in attesa di riscaldare qualche altro cuoricino bisognoso.
Chissà quanti lamenti hai sentito durante la notte in gattile, quando i volontari tornavano nelle loro case e i cuccioli cercavano conforto tra le tue zampe inanimate. Chissà quanto hai desiderato toglierti quell’indelebile sorriso dal tuo musetto, per unirti al pianto degli esserini che cercavi di rassicurare. Chissà quanti di loro sei riuscito a tranquillizzare, chissà quanti sono riusciti ad addormentarsi grazie a te.
Ti ho notato a malapena, giacevi tra le ragnatele, forse sperando che qualcuno chiedesse nuovamente il tuo aiuto.
Chissà quanti ancora ne consolerai, di cuccioli spaventanti, prima di terminare la tua storia tra i rifiuti. Chissà quanto ancora risulterai utile a qualcuno, prima di essere abbandonato per il fatto di essere solo un piccolo pupazzo. Chissà quanto a lungo hai vissuto, senza averlo mai fatto realmente.
Ti ho notato a malapena, e ho pensato di dedicarti questa foto dove rimarrai per sempre. Ho deciso di farlo perché, pur essendo un insignificante cagnolino di peluche, per i randagi senza famiglia hai fatto molto di più di quello che la maggior parte delle persone fa nella propria vita.
Eri solo un peluche, solo un cagnolino che abitava in gattile.
Ti ho notato a malapena, mentre vagavo per il rifugio di Malamocco fotografando i cuccioli in cerca di adozione. Te ne stavi in un angolo, sembrava che cercassi un po’ di calore nella fredda luce che entrava timida dalla finestra, di un opaco sole invernale. Qual è la tua storia cagnolino di peluche? Quante famiglie hai conosciuto prima di arrivare qui? Quanti bambini hai reso felici e quanti di loro ti hanno ormai dimenticato?
Chissà se qualcuno di loro ti ha portato in gattile con l’intento di donare un po’ di gioia a dei cuccioli. Chissà se invece ti hanno raccolto per strada vicino a qualche cassonetto, abbandonato da chi, per qualche istante, ti aveva amato.
Ti ho notato a malapena, sorridevi nella tua solitudine, forse in attesa di riscaldare qualche altro cuoricino bisognoso.
Chissà quanti lamenti hai sentito durante la notte in gattile, quando i volontari tornavano nelle loro case e i cuccioli cercavano conforto tra le tue zampe inanimate. Chissà quanto hai desiderato toglierti quell’indelebile sorriso dal tuo musetto, per unirti al pianto degli esserini che cercavi di rassicurare. Chissà quanti di loro sei riuscito a tranquillizzare, chissà quanti sono riusciti ad addormentarsi grazie a te.
Ti ho notato a malapena, giacevi tra le ragnatele, forse sperando che qualcuno chiedesse nuovamente il tuo aiuto.
Chissà quanti ancora ne consolerai, di cuccioli spaventanti, prima di terminare la tua storia tra i rifiuti. Chissà quanto ancora risulterai utile a qualcuno, prima di essere abbandonato per il fatto di essere solo un piccolo pupazzo. Chissà quanto a lungo hai vissuto, senza averlo mai fatto realmente.
Ti ho notato a malapena, e ho pensato di dedicarti questa foto dove rimarrai per sempre. Ho deciso di farlo perché, pur essendo un insignificante cagnolino di peluche, per i randagi senza famiglia hai fatto molto di più di quello che la maggior parte delle persone fa nella propria vita.
Eri solo un peluche, solo un cagnolino che abitava in gattile.
Lui è Jullian, ha deciso di dedicare la sua vita agli animali, in particolar modo ai gatti senza famiglia del suo territorio. È un volontario dell’associazione Dingo che si spende senza riserve, macinando chilometri su chilometri, ogni giorno con la sua moto in un viaggio interminabile, per recarsi in tutte le colonie che segue di persona. Che ci sia sole, pioggia, neve o vento, lui ogni giorno sale in sella alla sua moto, mentre i mici delle colonie attendono che all’orario stabilito arrivi il loro angelo personale.
Io l’ho accompagnato nel suo viaggio per documentare, attraverso le immagini, il suo costante impegno, il suo sacrificio. A stento sono riuscito a sollevare la borsa che vedete nella foto e lui la trasporta in moto, assieme ad uno zaino perfino più pesante.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Io l’ho accompagnato nel suo viaggio per documentare, attraverso le immagini, il suo costante impegno, il suo sacrificio. A stento sono riuscito a sollevare la borsa che vedete nella foto e lui la trasporta in moto, assieme ad uno zaino perfino più pesante.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamerò [A]. Coloro che sono riusciti a capire di chi si tratta, sono pregati di non svelare la sua identità.
[A] ogni giorno, cascasse il mondo, si reca in tutte le sue numerosissime colonie per sfamare i “suoi” amati micetti, guidando per ore. Suoi per modo di dire, dal momento che si tratta di gatti randagi che non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia. Non hanno mai conosciuto il tepore di una cuccia, né il calore di una coccola, ma il destino ha voluto che incontrassero [A], la quale si è fatta carico di loro, provvedendo alle loro necessità, sfamandoli e accudendoli come solo una mamma sa fare.
Ho accompagnato [A] nel suo interminabile viaggio con lo scopo di raccontare, attraverso delle immagini, la storia che la rende una volontaria più unica che rara. La foto ritrae un fugace momento di magia, creato dal passaggio di un enorme camion che ha sollevato dei fiocchi di pioppo. Per un attimo la triste desolazione che stavo vivendo in quel momento, dovuta alla vista di una creaturina indifesa e sola che non chiedeva altro che un po’ di cibo e amore, si era trasformata in una calda atmosfera quasi natalizia. Quasi e per un solo attimo.
Tutt’ora, mentre scorro le foto che compongono il reportage realizzato su [A], mi chiedo dove possa trovare la forza di fare tutto questo da anni. La risposta deve per forza celarsi in un livello di amore, per gli animali, talmente profondo da faticare a comprenderne l’essenza.
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
[A] ogni giorno, cascasse il mondo, si reca in tutte le sue numerosissime colonie per sfamare i “suoi” amati micetti, guidando per ore. Suoi per modo di dire, dal momento che si tratta di gatti randagi che non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia. Non hanno mai conosciuto il tepore di una cuccia, né il calore di una coccola, ma il destino ha voluto che incontrassero [A], la quale si è fatta carico di loro, provvedendo alle loro necessità, sfamandoli e accudendoli come solo una mamma sa fare.
Ho accompagnato [A] nel suo interminabile viaggio con lo scopo di raccontare, attraverso delle immagini, la storia che la rende una volontaria più unica che rara. La foto ritrae un fugace momento di magia, creato dal passaggio di un enorme camion che ha sollevato dei fiocchi di pioppo. Per un attimo la triste desolazione che stavo vivendo in quel momento, dovuta alla vista di una creaturina indifesa e sola che non chiedeva altro che un po’ di cibo e amore, si era trasformata in una calda atmosfera quasi natalizia. Quasi e per un solo attimo.
Tutt’ora, mentre scorro le foto che compongono il reportage realizzato su [A], mi chiedo dove possa trovare la forza di fare tutto questo da anni. La risposta deve per forza celarsi in un livello di amore, per gli animali, talmente profondo da faticare a comprenderne l’essenza.
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Sarah è una delle volontarie più giovani dell’associazione Dingo, più giovani ma non per questo meno esperta delle altre. Sarah è una delle pochissime volontarie che, oltre ad occuparsi di sfamare costantemente i mici di molte colonie, si dedica alle catture necessarie per le cure e le sterilizzazioni, svolgendo così di fatto una delle mansioni più importanti in assoluto, dal momento che si tratta dell’unico modo che permette di contrastare il fenomeno del randagismo.
Purtroppo al giorno d’oggi è davvero raro trovare dei giovani che si dedichino a questa tipologia di volontariato, non di certo facile, diventando così dei veri e propri esempi di abnegazione. Sarah ha sempre dimostrato, e continua a farlo incessantemente, di avere un’energia fuori dal comune, soprattutto considerando che i giovani lavorano tutto il giorno e il volontariato lo si può praticare nel poco tempo libero che si ha a disposizione.
Ho seguito Sarah durante uno dei suoi giri tra le colonie per cercare di mostrare, attraverso la fotografia, il suo impegno e la sua dedizione. Lei conosce uno per uno tutti i mici delle colonie che segue, si tratta di animali che vivono in luoghi per loro molto pericolosi, a causa dell’elevato traffico e non solo. L’unica speranza, che hanno questi esseri indifesi, risiede in persone come Sarah.
Sarah ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Purtroppo al giorno d’oggi è davvero raro trovare dei giovani che si dedichino a questa tipologia di volontariato, non di certo facile, diventando così dei veri e propri esempi di abnegazione. Sarah ha sempre dimostrato, e continua a farlo incessantemente, di avere un’energia fuori dal comune, soprattutto considerando che i giovani lavorano tutto il giorno e il volontariato lo si può praticare nel poco tempo libero che si ha a disposizione.
Ho seguito Sarah durante uno dei suoi giri tra le colonie per cercare di mostrare, attraverso la fotografia, il suo impegno e la sua dedizione. Lei conosce uno per uno tutti i mici delle colonie che segue, si tratta di animali che vivono in luoghi per loro molto pericolosi, a causa dell’elevato traffico e non solo. L’unica speranza, che hanno questi esseri indifesi, risiede in persone come Sarah.
Sarah ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Era un pomeriggio. Per Giuliano si trattava di un pomeriggio come tutti gli altri, dal momento che si stava occupando di una delle molte colonie che segue tutti i giorni da anni. Per me che lo accompagnavo, invece, era un pomeriggio particolare. Molto particolare.
Non posso rivelare dove ci trovassimo quando scattai questa foto, posso però dire che in quel luogo io non ci sarei mai andato da solo nemmeno durante il giorno, mentre Giuliano ci andava spesso con il buio e in totale solitudine.
Mi trovavo tra i resti e le macerie di quello che potrei definire il cadavere di una struttura. Una struttura che un tempo era stata pulsante di vita e meta quotidiana per un gran numero di persone. Era stata la speranza di un futuro migliore per moltissime famiglie, la salvezza per molteplici individui che avevano potuto risollevarsi economicamente grazie a lei. Riuscivo quasi a vederla intatta, così come doveva essere stata nel momento del suo massimo splendore, mentre i fantasmi immaginari di persone indaffarate si muovevano veloci davanti ai miei occhi.
Riuscivo ad immaginarla così ma quello che vedevo realmente era un luogo di desolazione, vittima del violento e inesorabile scorrere del tempo. Un luogo che aveva assunto le sembianze di una zona di guerra ormai dimenticata da tempo.
Nonostante tutto però era ancora un luogo di speranza e di salvezza, lo era per le creature che vivevano nascoste tra le macerie, in attesa che qualcuno di buon cuore portasse loro un po’ di cibo. Non chiedevano altro… anzi non lo chiedevano nemmeno, perché la loro solitudine e la loro sofferenza erano del tutto silenziose. Si trattava appunto solo di speranza, una speranza visibile solo agli occhi di pochi eletti. Giuliano era tra questi.
Mentre, assorto nei miei pensieri, fotografavo i pochi micetti che riuscivo ad intravedere, mi resi conto di aver perso di vista Giuliano. Lo avevo perso per aver seguito le mie riflessioni fantasiose, un po’ come alcuni di voi ora hanno perso di vista il focus del post, per aver seguito la mia divagazione narrativa.
La struttura era enorme, mi misi a cercarlo muovendomi silenziosamente per non spaventare i piccoli abitanti che la popolavano. Improvvisamente mi si presentò questa scena, rappresentata nella foto, che durò un brevissimo istante e che, fortunatamente, ebbi la prontezza di immortalare. Al momento non capii perché una parte di me ritenesse che questa foto fosse importante, lo compresi successivamente.
La foto ritrae Giuliano mentre cercava di avvicinarsi ad un micio diffidente, per assicurarsi che stesse bene. Io ritengo che questo scatto simboleggi perfettamente la vita e le azioni di persone come lui, persone che pensano agli altri prima che a loro stesse. Persone che fanno volontariato.
Il muro nella foto è il muro che la gente comune ha alzato tra la propria vita, i propri interessi personali, e la vita degli altri con i loro bisogni. Un muro che divide l’egoismo dall’altruismo, due condizioni mentali che non possono coesistere all’interno della stessa persona, e per questo eternamente divise. Un muro che cerca di nascondere quanto più possibile la cruda e oggettiva realtà delle cose, la realtà che si manifesta in tutta la sua spietatezza, la realtà creata da un sistema che condanna i deboli e gli indifesi ad uno stato di perenne sofferenza. Un muro che le persone comuni contribuiscono a costruire lentamente, giorno dopo giorno, con il proprio menefreghismo, con il proprio cinismo, con la propria insensibilità. Persone comuni che pensano solamente a loro stesse, esempi indiscutibili di egocentrismo e antropocentrismo.
Ma il muro presenta qualche spaccatura, attraverso la quale è possibile guardare per riuscire così finalmente a VEDERE. Una spaccatura che esiste grazie al fatto che le persone comuni, fortunatamente, non hanno ancora perso del tutto la loro empatia e la loro capacità di discernimento. Una spaccatura attraverso la quale riescono ad intravedere le persone non comuni come Giuliano, riescono a vedere la loro esistenza, il loro operato, il loro sacrificio. Ma, così come nella foto, riescono a vedere solo una parte di questi individui sconosciuti, senza riuscire a scorgerne il volto, quasi a voler simboleggiare il fatto che i volontari sono anonimi per la società, quasi invisibili. Individui che le persone comuni a stento riescono a vedere e che cercano disperatamente di dimenticare, perché la loro presenza le mette a disagio. L’egoismo è sempre a disagio quando è costretto ad osservare l’altruismo, per rimanere tale ha bisogno di distogliere lo sguardo.
E si tratta dello stesso muro che hanno alzato le istituzioni, per dimenticare che esistono determinati problemi, per dimenticare i bisogni di questi animali e dei volontari che li accudiscono. Per dimenticare quelli che sono i propri obblighi, previsti per legge.
Il tutto è durato un solo attimo, così come per molti che leggono durerà un solo attimo la consapevolezza che, non lontano, esiste realmente qualcuno che ha bisogno del loro sostegno. Qualcuno che sentirebbero di dover aiutare, se solo fossero dall’altra parte del muro. Se solo fossero dalla parte dell’altruismo, dove risiedono sensibilità ed empatia. Ma un solo attimo non è sufficiente per passare dall’altra parte, se non è supportato dalla volontà. La volontà di cambiare, la volontà di contribuire. E così molti, tra quelli che stanno leggendo questo post, tra un attimo dimenticheranno che esistono delle persone dall’altra parte del muro, poche persone che chiedono aiuto non per loro stesse ma per gli altri. Chiedono aiuto per poter aiutare.
Il tutto è durato un solo attimo. La spaccatura nel muro si sta già rimpicciolendo, la necessità degli altri sta svanendo. La propria egoistica vita può continuare serenamente, il muro è finalmente intatto.
…………………
Lui è Jullian, ha deciso di dedicare la sua vita agli animali, in particolar modo ai gatti senza famiglia del suo territorio. È un volontario dell’associazione Dingo che si spende senza riserve, macinando chilometri su chilometri, ogni giorno con la sua moto in un viaggio interminabile, per recarsi in tutte le colonie che segue di persona. Che ci sia sole, pioggia, neve o vento, lui ogni giorno sale in sella alla sua moto, mentre i mici delle colonie attendono che all’orario stabilito arrivi il loro angelo personale.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Non posso rivelare dove ci trovassimo quando scattai questa foto, posso però dire che in quel luogo io non ci sarei mai andato da solo nemmeno durante il giorno, mentre Giuliano ci andava spesso con il buio e in totale solitudine.
Mi trovavo tra i resti e le macerie di quello che potrei definire il cadavere di una struttura. Una struttura che un tempo era stata pulsante di vita e meta quotidiana per un gran numero di persone. Era stata la speranza di un futuro migliore per moltissime famiglie, la salvezza per molteplici individui che avevano potuto risollevarsi economicamente grazie a lei. Riuscivo quasi a vederla intatta, così come doveva essere stata nel momento del suo massimo splendore, mentre i fantasmi immaginari di persone indaffarate si muovevano veloci davanti ai miei occhi.
Riuscivo ad immaginarla così ma quello che vedevo realmente era un luogo di desolazione, vittima del violento e inesorabile scorrere del tempo. Un luogo che aveva assunto le sembianze di una zona di guerra ormai dimenticata da tempo.
Nonostante tutto però era ancora un luogo di speranza e di salvezza, lo era per le creature che vivevano nascoste tra le macerie, in attesa che qualcuno di buon cuore portasse loro un po’ di cibo. Non chiedevano altro… anzi non lo chiedevano nemmeno, perché la loro solitudine e la loro sofferenza erano del tutto silenziose. Si trattava appunto solo di speranza, una speranza visibile solo agli occhi di pochi eletti. Giuliano era tra questi.
Mentre, assorto nei miei pensieri, fotografavo i pochi micetti che riuscivo ad intravedere, mi resi conto di aver perso di vista Giuliano. Lo avevo perso per aver seguito le mie riflessioni fantasiose, un po’ come alcuni di voi ora hanno perso di vista il focus del post, per aver seguito la mia divagazione narrativa.
La struttura era enorme, mi misi a cercarlo muovendomi silenziosamente per non spaventare i piccoli abitanti che la popolavano. Improvvisamente mi si presentò questa scena, rappresentata nella foto, che durò un brevissimo istante e che, fortunatamente, ebbi la prontezza di immortalare. Al momento non capii perché una parte di me ritenesse che questa foto fosse importante, lo compresi successivamente.
La foto ritrae Giuliano mentre cercava di avvicinarsi ad un micio diffidente, per assicurarsi che stesse bene. Io ritengo che questo scatto simboleggi perfettamente la vita e le azioni di persone come lui, persone che pensano agli altri prima che a loro stesse. Persone che fanno volontariato.
Il muro nella foto è il muro che la gente comune ha alzato tra la propria vita, i propri interessi personali, e la vita degli altri con i loro bisogni. Un muro che divide l’egoismo dall’altruismo, due condizioni mentali che non possono coesistere all’interno della stessa persona, e per questo eternamente divise. Un muro che cerca di nascondere quanto più possibile la cruda e oggettiva realtà delle cose, la realtà che si manifesta in tutta la sua spietatezza, la realtà creata da un sistema che condanna i deboli e gli indifesi ad uno stato di perenne sofferenza. Un muro che le persone comuni contribuiscono a costruire lentamente, giorno dopo giorno, con il proprio menefreghismo, con il proprio cinismo, con la propria insensibilità. Persone comuni che pensano solamente a loro stesse, esempi indiscutibili di egocentrismo e antropocentrismo.
Ma il muro presenta qualche spaccatura, attraverso la quale è possibile guardare per riuscire così finalmente a VEDERE. Una spaccatura che esiste grazie al fatto che le persone comuni, fortunatamente, non hanno ancora perso del tutto la loro empatia e la loro capacità di discernimento. Una spaccatura attraverso la quale riescono ad intravedere le persone non comuni come Giuliano, riescono a vedere la loro esistenza, il loro operato, il loro sacrificio. Ma, così come nella foto, riescono a vedere solo una parte di questi individui sconosciuti, senza riuscire a scorgerne il volto, quasi a voler simboleggiare il fatto che i volontari sono anonimi per la società, quasi invisibili. Individui che le persone comuni a stento riescono a vedere e che cercano disperatamente di dimenticare, perché la loro presenza le mette a disagio. L’egoismo è sempre a disagio quando è costretto ad osservare l’altruismo, per rimanere tale ha bisogno di distogliere lo sguardo.
E si tratta dello stesso muro che hanno alzato le istituzioni, per dimenticare che esistono determinati problemi, per dimenticare i bisogni di questi animali e dei volontari che li accudiscono. Per dimenticare quelli che sono i propri obblighi, previsti per legge.
Il tutto è durato un solo attimo, così come per molti che leggono durerà un solo attimo la consapevolezza che, non lontano, esiste realmente qualcuno che ha bisogno del loro sostegno. Qualcuno che sentirebbero di dover aiutare, se solo fossero dall’altra parte del muro. Se solo fossero dalla parte dell’altruismo, dove risiedono sensibilità ed empatia. Ma un solo attimo non è sufficiente per passare dall’altra parte, se non è supportato dalla volontà. La volontà di cambiare, la volontà di contribuire. E così molti, tra quelli che stanno leggendo questo post, tra un attimo dimenticheranno che esistono delle persone dall’altra parte del muro, poche persone che chiedono aiuto non per loro stesse ma per gli altri. Chiedono aiuto per poter aiutare.
Il tutto è durato un solo attimo. La spaccatura nel muro si sta già rimpicciolendo, la necessità degli altri sta svanendo. La propria egoistica vita può continuare serenamente, il muro è finalmente intatto.
…………………
Lui è Jullian, ha deciso di dedicare la sua vita agli animali, in particolar modo ai gatti senza famiglia del suo territorio. È un volontario dell’associazione Dingo che si spende senza riserve, macinando chilometri su chilometri, ogni giorno con la sua moto in un viaggio interminabile, per recarsi in tutte le colonie che segue di persona. Che ci sia sole, pioggia, neve o vento, lui ogni giorno sale in sella alla sua moto, mentre i mici delle colonie attendono che all’orario stabilito arrivi il loro angelo personale.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
[A] come Angie, dei Rolling Stones. [A] come Alice, di Francesco De Gregori. [A] come Agnese, di Ivan Graziani. Assaporando la melodia di questi tre dolcissimi brani, potrete respirare un po’ della struggente dolcezza che ho vissuto accompagnando [A].
[A] come Angelo, per i numerosissimi esseri viventi che salva di continuo. [A] come Angosciata, per tutti gli altri animali che non riesce a salvare, nonostante i suoi sforzi. [A] come Abbandonata, da coloro che per legge dovrebbero aiutarla ma non lo fanno.
[A] nella foto, si avvicina dolcemente ad una creaturina che vive tutta sola, tra i pericoli di una cinica città e l’indifferenza di coloro che la popolano. È solo una piccola ombra nella luce, una piccola ombra che solo persone come [A] riescono a vedere. L’unico momento della giornata, in cui questa piccola anima indifesa si sente al sicuro, è quando [A] è con lei. Quando le fa sentire tutto il suo amore. Ma [A] non può rimanere molto perché le colonie da seguire sono tantissime e il viaggio è ancora lungo. La micetta si avvicina timorosa, perché avverte la mia presenza. Io sono un estraneo, per lei sono come tutte le altre persone che ha avuto modo di conoscere: sono un pericolo. Per lei solo [A] è buona, solo [A] merita fiducia, solo [A] merita riconoscenza.
…………………
Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
[A] come Angelo, per i numerosissimi esseri viventi che salva di continuo. [A] come Angosciata, per tutti gli altri animali che non riesce a salvare, nonostante i suoi sforzi. [A] come Abbandonata, da coloro che per legge dovrebbero aiutarla ma non lo fanno.
[A] nella foto, si avvicina dolcemente ad una creaturina che vive tutta sola, tra i pericoli di una cinica città e l’indifferenza di coloro che la popolano. È solo una piccola ombra nella luce, una piccola ombra che solo persone come [A] riescono a vedere. L’unico momento della giornata, in cui questa piccola anima indifesa si sente al sicuro, è quando [A] è con lei. Quando le fa sentire tutto il suo amore. Ma [A] non può rimanere molto perché le colonie da seguire sono tantissime e il viaggio è ancora lungo. La micetta si avvicina timorosa, perché avverte la mia presenza. Io sono un estraneo, per lei sono come tutte le altre persone che ha avuto modo di conoscere: sono un pericolo. Per lei solo [A] è buona, solo [A] merita fiducia, solo [A] merita riconoscenza.
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Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Nessuno è tanto alto e nobile come colui che si china per aiutare un altro essere vivente. Questa frase riassume perfettamente le persone come Sarah, persone che si chinano di continuo per soccorrere gli esseri viventi dimenticati da tutti, piccoli esseri che non hanno nemmeno la possibilità di chiedere aiuto. Sono i gatti delle colonie, creature senza famiglia che la maggior parte dei cittadini non vuole nemmeno vedere, se non per il proprio tornaconto, quando torna utile per tenere lontani altri animali.
Nessuno è tanto basso e ignobile come colui che si volta per non vedere i bisogni di un altro essere vivente. Si tratta di persone insensibili e ignoranti che non solo non aiutano, ma si rifiutano perfino di sterilizzare i propri gatti e li lasciano vagare, aggravando così il fenomeno del randagismo felino che è ormai fuori controllo. Centinaia di cuccioli e adulti che muoiono di continuo, uccisi dal gelo o schiacciati dalle auto, dalla fame o divorati dalle malattie. Creature vittime della scemenza di coloro che pensano, senza essere di fatto in grado di formulare reali pensieri, che gli animali debbano riprodursi secondo natura, quando invece la natura in questo caso non è nient’altro che una parola vuota, priva di significato, dal momento che non si tratta di animali selvatici bensì di animali che necessitano dell’uomo per sopravvivere. Persone stupide, che condannano i volontari come Sarah ad una vita di sacrifici, una vita dedicata a rimediare ai loro crimini. Perché è di questo che si tratta, di crimini contro queste creature, e poco importa se per la legge non lo sono, poiché non tutto quello che è legale è giusto e non tutto quello che è giusto è legale.
…………………
Sarah è una delle volontarie più giovani dell’associazione Dingo, più giovani ma non per questo meno esperta delle altre. Sarah è una delle pochissime volontarie che, oltre ad occuparsi di sfamare costantemente i mici di molte colonie, si dedica alle catture necessarie per le cure e le sterilizzazioni, svolgendo così di fatto una delle mansioni più importanti in assoluto, dal momento che si tratta dell’unico modo che permette di contrastare il fenomeno del randagismo.
Sarah ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Nessuno è tanto basso e ignobile come colui che si volta per non vedere i bisogni di un altro essere vivente. Si tratta di persone insensibili e ignoranti che non solo non aiutano, ma si rifiutano perfino di sterilizzare i propri gatti e li lasciano vagare, aggravando così il fenomeno del randagismo felino che è ormai fuori controllo. Centinaia di cuccioli e adulti che muoiono di continuo, uccisi dal gelo o schiacciati dalle auto, dalla fame o divorati dalle malattie. Creature vittime della scemenza di coloro che pensano, senza essere di fatto in grado di formulare reali pensieri, che gli animali debbano riprodursi secondo natura, quando invece la natura in questo caso non è nient’altro che una parola vuota, priva di significato, dal momento che non si tratta di animali selvatici bensì di animali che necessitano dell’uomo per sopravvivere. Persone stupide, che condannano i volontari come Sarah ad una vita di sacrifici, una vita dedicata a rimediare ai loro crimini. Perché è di questo che si tratta, di crimini contro queste creature, e poco importa se per la legge non lo sono, poiché non tutto quello che è legale è giusto e non tutto quello che è giusto è legale.
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Sarah è una delle volontarie più giovani dell’associazione Dingo, più giovani ma non per questo meno esperta delle altre. Sarah è una delle pochissime volontarie che, oltre ad occuparsi di sfamare costantemente i mici di molte colonie, si dedica alle catture necessarie per le cure e le sterilizzazioni, svolgendo così di fatto una delle mansioni più importanti in assoluto, dal momento che si tratta dell’unico modo che permette di contrastare il fenomeno del randagismo.
Sarah ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
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Lo sguardo di Jullian scruta speranzoso un luogo di desolazione, che conosce fin troppo bene, alla ricerca dei suoi amati micetti. Suoi per così dire, dal momento che si tratta di gatti randagi che non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia. Giuliano è la loro famiglia. Ma non tutti ci sono, non tutti sono sopravvissuti ai pericoli che incombono su di loro, i pericoli di una città spietata.
Io penso che questa foto rappresenti lo stato reale delle cose, poiché i volontari come Giuliano si sentono in gabbia, si sentono imprigionati tra sbarre fatte di cinismo e indifferenza. Si sentono rinchiusi in una prigione che non permette loro di raggiungere gli esseri bisognosi, non tutti almeno. Un carcere che impedisce loro di toccare gli animali, di aiutarli. Una gabbia dalla quale escono solo le mani, con le quali sfiorano a malapena le creature che vorrebbero aiutare, alimentando così la loro frustrazione. Una frustrazione data dal fatto che, nonostante i loro sforzi, i volontari non riescono a soccorrere tutti gli animali sofferenti.
E così non possono far altro che rimanere a guardare la loro sofferenza, la loro silenziosa richiesta di aiuto, bloccati da un invalicabile recinto che le persone insensibili e le istituzioni hanno alzato tra loro e gli animali. Un recinto fatto di menefreghismo, di opportunismo, di promesse mai mantenute, di frasi di circostanza, di falsi sorrisi.
Un recinto invisibile agli occhi delle persone comuni. Una prigione che solo persone come Giuliano possono vedere.
…………………
Lui è Giuliano, ha deciso di dedicare la sua vita agli animali, in particolar modo ai gatti senza famiglia del suo territorio. È un volontario dell’associazione Dingo che si spende senza riserve, macinando chilometri su chilometri, ogni giorno con la sua moto in un viaggio interminabile, per recarsi in tutte le colonie che segue di persona. Che ci sia sole, pioggia, neve o vento, lui ogni giorno sale in sella alla sua moto, mentre i mici delle colonie attendono che all’orario stabilito arrivi il loro angelo personale.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Io penso che questa foto rappresenti lo stato reale delle cose, poiché i volontari come Giuliano si sentono in gabbia, si sentono imprigionati tra sbarre fatte di cinismo e indifferenza. Si sentono rinchiusi in una prigione che non permette loro di raggiungere gli esseri bisognosi, non tutti almeno. Un carcere che impedisce loro di toccare gli animali, di aiutarli. Una gabbia dalla quale escono solo le mani, con le quali sfiorano a malapena le creature che vorrebbero aiutare, alimentando così la loro frustrazione. Una frustrazione data dal fatto che, nonostante i loro sforzi, i volontari non riescono a soccorrere tutti gli animali sofferenti.
E così non possono far altro che rimanere a guardare la loro sofferenza, la loro silenziosa richiesta di aiuto, bloccati da un invalicabile recinto che le persone insensibili e le istituzioni hanno alzato tra loro e gli animali. Un recinto fatto di menefreghismo, di opportunismo, di promesse mai mantenute, di frasi di circostanza, di falsi sorrisi.
Un recinto invisibile agli occhi delle persone comuni. Una prigione che solo persone come Giuliano possono vedere.
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Lui è Giuliano, ha deciso di dedicare la sua vita agli animali, in particolar modo ai gatti senza famiglia del suo territorio. È un volontario dell’associazione Dingo che si spende senza riserve, macinando chilometri su chilometri, ogni giorno con la sua moto in un viaggio interminabile, per recarsi in tutte le colonie che segue di persona. Che ci sia sole, pioggia, neve o vento, lui ogni giorno sale in sella alla sua moto, mentre i mici delle colonie attendono che all’orario stabilito arrivi il loro angelo personale.
Giuliano ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
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[A] si muove senza sosta, le colonie da seguire sono molte e i mici bisognosi moltissimi. [A] Si muove con passo sicuro, conosce molto bene ogni singola mattonella del suo percorso, poiché lo percorre tutti i giorni da molti anni. [A] si muove con il sole, con la pioggia, con il gelo, con il vento, perché gli animali hanno bisogno di lei e lei non può smettere di aiutarli. [A] si muove silenziosa, per non spaventare gli esserini timorosi e per non infastidire i cittadini ignoranti che non tollerano la sua presenza e quella delle colonie feline. [A] si muove veloce, sa di avere poco tempo e sa di essere l’unica a provvedere a quegli animali senza famiglia. [A] si muove in un mondo statico, mentre le persone attorno a lei rimangono immobili come attori sui tabelloni pubblicitari, attori che fingono di amare gli animali ma il loro unico dono è un falso sorriso. Persone che rimangono ferme, bloccate nel loro menefreghismo, a guardare i volontari come lei, volontari che dedicano la loro vita ad aiutare le piccole creature bisognose.
…………………
Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
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Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Francesca è una delle pochissime volontarie che aiuta i mici del gattile di Malamocco, gestito dall’associazione Dingo. Lei, a differenza di molte altre, è riuscita a trovare la forza per continuare nonostante l’enorme fatica, fisica e psicologica, che questo particolare tipo di volontariato comporta. Aiutare i piccoli ospiti del rifugio significa dover affrontare, quasi quotidianamente, la sofferenza di molte piccole creaturine malate o ferite, animali che necessitano di cure, terapie, assistenza. Il gattile serve soprattutto a questo, a curare i gatti selvatici di colonia per far sì che possano tornare liberi, oltre ad ospitare quelli sani e docili che cercano adozione.
Francesca è una volontaria meravigliosa perché, nonostante il frenetico e pressante ritmo di lavoro necessario a provvedere ai bisogni di centinaia di animali, trova perfino il tempo per donare loro il calore di una carezza, il conforto di una coccola. Questo è di vitale importanza per le creature che sono in attesa di guarire o di essere adottate, e vi assicuro che non è per niente facile riuscire a fermare per un momento i propri pensieri e le proprie preoccupazioni, con l’intento di trovare la tranquillità mentale necessaria a trasmettere serenità. Quella agognata serenità che cercano gli animali.
Francesca ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Unisciti a Francesca, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
Francesca è una volontaria meravigliosa perché, nonostante il frenetico e pressante ritmo di lavoro necessario a provvedere ai bisogni di centinaia di animali, trova perfino il tempo per donare loro il calore di una carezza, il conforto di una coccola. Questo è di vitale importanza per le creature che sono in attesa di guarire o di essere adottate, e vi assicuro che non è per niente facile riuscire a fermare per un momento i propri pensieri e le proprie preoccupazioni, con l’intento di trovare la tranquillità mentale necessaria a trasmettere serenità. Quella agognata serenità che cercano gli animali.
Francesca ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Unisciti a Francesca, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
Mentre osservavo [A] scendere e risalire nella sua auto, ogni volta che arrivavamo in una “sua” colonia, mi chiesi: quante decine di volte lo fa in una settimana? Quante centinaia in un mese? Quante migliaia in un anno? Quante decine di migliaia finora, negli ultimi decenni? Rimasi impressionato da tanto impegno, da tanta dedizione, da tanta costanza, da tanto amore.
Mentre osservavo [A] mi resi conto che lei tra le persone comuni, quelle che non aiutano i meno fortunati, era come un fiore nel cemento, una forma di vita tra esseri inanimati. Esseri non viventi che lasciano passare la vita attraverso di loro, filtrando e trattenendo solo quello che la loro mente calcolatrice riconosce come tornaconto personale. Esseri che non si preoccupano degli altri, dei loro problemi, dei loro bisogni.
Mentre osservavo [A] capii che ero fortunato ad osservarla, capii che stavo guardando qualcosa di raro, che stavo fotografando qualcuno di grande valore.
…………………
Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Mentre osservavo [A] mi resi conto che lei tra le persone comuni, quelle che non aiutano i meno fortunati, era come un fiore nel cemento, una forma di vita tra esseri inanimati. Esseri non viventi che lasciano passare la vita attraverso di loro, filtrando e trattenendo solo quello che la loro mente calcolatrice riconosce come tornaconto personale. Esseri che non si preoccupano degli altri, dei loro problemi, dei loro bisogni.
Mentre osservavo [A] capii che ero fortunato ad osservarla, capii che stavo guardando qualcosa di raro, che stavo fotografando qualcuno di grande valore.
…………………
Lei è una volontaria dell’associazione Dingo, ama aiutare gli animali in difficoltà tanto quanto odia apparire. Si tratta di una persona meravigliosa, talmente umile che non sono riuscito a convincerla a rendere noto il suo nome. Per questo motivo la chiamo [A].
[A] ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo la rende una persona straordinaria. E come lei ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Questo avviene mentre le istituzioni, che per legge sono responsabili di queste creature, non fanno nulla di tutto questo: nessun contributo economico per il cibo nelle colonie, nessun aiuto nelle catture per le sterilizzazioni e le cure degli animali malati, e nemmeno nessun aiuto nella distribuzione di cibo pagato da altri. Ma è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di far sapere a tutti quello che viene fatto dai volontari e quello che non viene fatto dalle istituzioni.
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Mariagrazia è nel rifugio gattile di Malamocco da sempre. Non è un modo di dire, lo è davvero, poiché ha iniziato quando è stato costruito e fin da subito affidato all’associazione Dingo, nel 1999. Mariagrazia però ha iniziato addirittura prima ad aiutare i randagi bisognosi, infatti si dedica al volontariato da oltre 40 anni.
Mariagrazia è una delle colonne portanti della Dingo, una donna a dir poco straordinaria che in tutti questi anni ha salvato e reso felice un numero impressionante di animali. Non incontrerete una sola persona a Lido che non la conosca, non ne troverete una che non vi racconti quanto meravigliosa sia questa volontaria e quanto abbia fatto per gli animali.
Mariagrazia conosce alla perfezione ogni micio del gattile e li ama tutti, indistintamente, come se fossero i suoi mici. E di fatto lo sono, almeno nel suo cuore.
Questa foto, dove non c’è nulla di preparato, nessuna posa studiata e nella quale sono riuscito a rubare un attimo reale della sua vita in gattile, la ritrae assieme alla sua adorata Francesca, una dolcissima micetta che purtroppo non c’è più. È sufficiente osservare lo sguardo e la posizione della creatura sulla sua spalla, dalla quale non si staccava mai, per comprendere la vera essenza di questa donna e per capire come riesca a trasmettere il suo infinito amore agli animali. Un amore tanto grande che solo una mamma riesce a donare.
Mariagrazia è l’icona del rifugio gattile di Malamocco, un vero e proprio angelo per tutti i gatti che si trovano al suo interno, una volontaria sulla quale si può sempre contare, qualsiasi cosa succeda. Una volontaria che merita una profonda ammirazione, un enorme rispetto e una stima infinita.
Unisciti a Mariagrazia, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
Mariagrazia è una delle colonne portanti della Dingo, una donna a dir poco straordinaria che in tutti questi anni ha salvato e reso felice un numero impressionante di animali. Non incontrerete una sola persona a Lido che non la conosca, non ne troverete una che non vi racconti quanto meravigliosa sia questa volontaria e quanto abbia fatto per gli animali.
Mariagrazia conosce alla perfezione ogni micio del gattile e li ama tutti, indistintamente, come se fossero i suoi mici. E di fatto lo sono, almeno nel suo cuore.
Questa foto, dove non c’è nulla di preparato, nessuna posa studiata e nella quale sono riuscito a rubare un attimo reale della sua vita in gattile, la ritrae assieme alla sua adorata Francesca, una dolcissima micetta che purtroppo non c’è più. È sufficiente osservare lo sguardo e la posizione della creatura sulla sua spalla, dalla quale non si staccava mai, per comprendere la vera essenza di questa donna e per capire come riesca a trasmettere il suo infinito amore agli animali. Un amore tanto grande che solo una mamma riesce a donare.
Mariagrazia è l’icona del rifugio gattile di Malamocco, un vero e proprio angelo per tutti i gatti che si trovano al suo interno, una volontaria sulla quale si può sempre contare, qualsiasi cosa succeda. Una volontaria che merita una profonda ammirazione, un enorme rispetto e una stima infinita.
Unisciti a Mariagrazia, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
Sono quasi invisibili, sono costretti a vivere in luoghi estremamente pericolosi, cercando dei ripari improvvisati per proteggersi dal sole, dalla pioggia, dal gelo. Senza mai riuscirci del tutto.
Sono quasi invisibili, vivono tra le macerie, tra i binari dei treni, tra i pochi cespugli presenti in città. Vivono senza vivere realmente, almeno non la vita che meriterebbero.
Sono quasi invisibili, per questo gli automobilisti li investono di continuo. Sono molte le povere creature che i volontari e i cittadini trovano morte in Via dell’Atomo e in Via dell’Elettricità a Marghera, in zona industriale.
Sono quasi invisibili, come le segnalazioni e le richieste che i volontari hanno inviato al Comune, chiedendo una cosa semplicissima, una cosa che potrebbe mettere fine alla morte di questi esserini indifesi: un dosso rallentatore che costringa gli automobilisti a rallentare. Ma questi dossi, per un motivo o per l’altro, non vengono installati e questi animaletti continuano a morire.
Sono quasi invisibili, guarda i loro occhietti che cercano disperati un po’ di aiuto. Un aiuto che non arriva. Se si trattasse del tuo amico a quattro zampe, rimarresti in silenzio a guardare?
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Sono quasi invisibili, vivono tra le macerie, tra i binari dei treni, tra i pochi cespugli presenti in città. Vivono senza vivere realmente, almeno non la vita che meriterebbero.
Sono quasi invisibili, per questo gli automobilisti li investono di continuo. Sono molte le povere creature che i volontari e i cittadini trovano morte in Via dell’Atomo e in Via dell’Elettricità a Marghera, in zona industriale.
Sono quasi invisibili, come le segnalazioni e le richieste che i volontari hanno inviato al Comune, chiedendo una cosa semplicissima, una cosa che potrebbe mettere fine alla morte di questi esserini indifesi: un dosso rallentatore che costringa gli automobilisti a rallentare. Ma questi dossi, per un motivo o per l’altro, non vengono installati e questi animaletti continuano a morire.
Sono quasi invisibili, guarda i loro occhietti che cercano disperati un po’ di aiuto. Un aiuto che non arriva. Se si trattasse del tuo amico a quattro zampe, rimarresti in silenzio a guardare?
Unisciti al grido silenzioso dei senza voce.
Fabio si muoveva al buio con passo sicuro, senza il minimo accenno di esitazione, e mentre lo osservavo capii che avrebbe potuto farlo anche da bendato. Fabio conosce ogni pietra, ogni buca, ogni angolo del suo territorio. E il territorio conosce Fabio. Da decenni si dedica quotidianamente agli animali del litorale di Cavallino-Treporti e lo fa da quando ha fondato, assieme a Patrizia, l’associazione Peluches. L’unica associazione della zona che aiuta i piccoli randagi bisognosi e non solo.
Se vi dovesse capitare di accompagnare Fabio nel tuo tragitto, osservatelo attentamente mentre aiuta le creaturine che gli devono la vita, potrete intravedere una sorta di aura luminosa, un’aura di energia. Un’energia misteriosa che gli permette di recarsi in tutte le sue colonie per accudire, ogni sera da decenni, numerosi micetti che lo attendono speranzosi. E Fabio non manca mai, non tarda mai, non li delude mai.
Fabio è instancabile ma è un essere umano e da solo non può fare tutto, per quanto lui ci provi senza fermarsi un attimo. L’associazione Peluches ha bisogno di volontari per continuare ad aiutare gli animali senza famiglia, e ha bisogno di donazioni. Anche il più piccolo contributo può fare un’enorme differenza.
Fabio ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Unisciti a Fabio, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
Se vi dovesse capitare di accompagnare Fabio nel tuo tragitto, osservatelo attentamente mentre aiuta le creaturine che gli devono la vita, potrete intravedere una sorta di aura luminosa, un’aura di energia. Un’energia misteriosa che gli permette di recarsi in tutte le sue colonie per accudire, ogni sera da decenni, numerosi micetti che lo attendono speranzosi. E Fabio non manca mai, non tarda mai, non li delude mai.
Fabio è instancabile ma è un essere umano e da solo non può fare tutto, per quanto lui ci provi senza fermarsi un attimo. L’associazione Peluches ha bisogno di volontari per continuare ad aiutare gli animali senza famiglia, e ha bisogno di donazioni. Anche il più piccolo contributo può fare un’enorme differenza.
Fabio ha messo la necessità dei senza voce al primo posto nella sua vita, e questo lo rende una persona straordinaria. E come lui ce ne sono altri, angeli silenziosi, esempi viventi di altruismo, empatia e generosità. Sono i volontari che ogni giorno spendono il loro tempo libero, le loro energie e perfino i loro soldi, per aiutare i bisognosi.
Unisciti a Fabio, diventa anche tu un angelo agli occhi delle piccole creature bisognose.
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